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Author: Segreteria

Fondo Dote Famiglia 2025: al via la fase per la presentazione delle domande

Dopo la conclusione della fase di adesione da parte di ASD, SSD, ETS e Onlus di ambito sportivo, il Ministero ha pubblicato l’elenco ufficiale dei corsi sportivi disponibili sul territorio nazionale nell’ambito della misura “Fondo Dote Famiglia 2025”.

Gli enti sportivi coinvolti sono invitati a verificare attentamente la correttezza dei dati inseriti e, in caso di difformità, a segnalarle tempestivamente all’indirizzo dotefamiglia@governo.it.


Quando e come presentare la domanda

A partire dalle ore 12.00 di lunedì 29 settembre 2025, e fino ad esaurimento delle risorse disponibili, i genitori o gli esercenti la potestà genitoriale potranno presentare la propria domanda attraverso la piattaforma dedicata, accessibile all’indirizzo:
👉 https://avvisibandi.sport.governo.it

La misura è rivolta esclusivamente a minori di età compresa tra 6 e 14 anni al momento della domanda.

Per la scelta del corso sportivo sarà necessario inserire correttamente il codice identificativo del corso, reperibile negli elenchi pubblicati. È fondamentale prestare la massima attenzione all’inserimento del codice: eventuali errori non potranno essere corretti e l’eventuale cancellazione della domanda comporterà la perdita della priorità acquisita.


Requisiti richiesti

Per accedere al contributo è indispensabile:

  • autenticarsi sulla piattaforma tramite SPID o CIE;

  • possedere un ISEE in corso di validità pari o inferiore a 15.000 euro.

La piattaforma verificherà automaticamente la veridicità della dichiarazione ISEE, senza necessità di allegarla. Le istruzioni per l’ottenimento dell’attestazione ISEE sono disponibili sul sito dell’INPS:
👉 https://servizi2.inps.it/servizi/PortaleUnicoIsee


Documentazione da allegare

Durante la compilazione della domanda il genitore, o chi esercita la potestà genitoriale, dovrà caricare:

  • il modulo allegato debitamente compilato e firmato (anche con firma autografa non digitale);

  • una copia del documento di identità valido.


Attenzione

L’invio della domanda non garantisce automaticamente l’erogazione del contributo. Il beneficio sarà riconosciuto solo a seguito dei controlli previsti e nel rispetto delle risorse disponibili.

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.

Sport e Fisco: chiarimenti ufficiali su compensi, premi e IRAP per il lavoro sportivo dilettantistico

Il mondo dello sport dilettantistico continua a fare i conti con le novità introdotte dal D.Lgs. 36/2021, la riforma che ha ridisegnato il quadro normativo per associazioni, società sportive e lavoratori del settore. Per fare chiarezza, il CONI ha presentato un’istanza di consulenza giuridica all’Agenzia delle Entrate, che ha risposto con una serie di precisazioni utili per la corretta gestione fiscale.

Le indicazioni, diffuse attraverso la Nota informativa n. 1/2025 del CONI, affrontano i punti più delicati legati alla determinazione dei redditi, all’applicazione delle ritenute e all’imponibile IRAP.


Compensi sportivi dilettantistici: esenzione fino a 15.000 euro

L’Agenzia ha chiarito che i compensi percepiti da lavoratori sportivi nell’ambito dilettantistico non costituiscono base imponibile fino alla soglia di 15.000 euro annui.

  • Sotto questa soglia, non si applica la ritenuta d’acconto.

  • Oltre i 15.000 euro, invece, le somme eccedenti diventano imponibili e devono essere regolarmente dichiarate.

Esempio pratico:

  • Compensi annui percepiti: 40.000 euro

  • Quota esente: 15.000 euro

  • Imponibile da dichiarare: 25.000 euro


Regime forfettario e cause ostative

Per chi aderisce al regime forfettario (L. 190/2014), la base imponibile si calcola considerando esclusivamente i compensi eccedenti i 15.000 euro.
Inoltre, l’Agenzia ha specificato che, ai fini della verifica delle cause ostative per l’accesso al regime, rilevano solo i redditi derivanti da rapporti di lavoro sportivo avviati dal 1° luglio 2023, data di entrata in vigore della nuova disciplina introdotta dal D.Lgs. 36/21.


Premi: nuove regole di tassazione

Un tema particolarmente delicato riguarda i premi erogati ad atleti e tecnici, per i quali l’Agenzia ha fissato criteri distinti:

  1. Premi da contratti di lavoro sportivo:

    • Non sono qualificabili come “premi” ma come parte variabile della retribuzione, legata ai risultati sportivi.

    • Devono quindi essere assoggettati a tassazione ordinaria.

  2. Premi corrisposti da società sportive:

    • Rientrano nei compensi imponibili e possono essere soggetti a ritenuta a titolo di imposta.

  3. Premi erogati dalle Federazioni ad atleti e tecnici delle nazionali:

    • Sono considerati redditi imponibili e devono essere dichiarati.


IRAP: obblighi per compensi sopra gli 85.000 euro

Un ulteriore chiarimento riguarda la determinazione dell’imponibile IRAP:

  • Se i compensi annui superano 85.000 euro, scatta l’obbligo di calcolare la relativa base imponibile IRAP.

  • La verifica si applica al singolo esercizio e tiene conto di tutti i compensi effettivamente percepiti.


Un passo avanti per la chiarezza fiscale nello sport

Le precisazioni dell’Agenzia delle Entrate rappresentano un passo importante per risolvere i dubbi interpretativi che negli ultimi mesi hanno interessato federazioni, associazioni e lavoratori sportivi.

Il CONI, diffondendo queste informazioni, intende fornire un supporto concreto agli organismi sportivi per garantire una gestione trasparente e conforme delle risorse economiche.

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.

Terzo settore: aperto l’Avviso 2025 per progetti di rilevanza nazionale

Dal 25 settembre al 28 ottobre le candidature per accedere ai 13,5 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero

A partire dalle ore 10 del 25 settembre 2025 e fino alle ore 15 del 28 ottobre 2025, gli enti del Terzo Settore potranno presentare domanda di finanziamento al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per progetti e iniziative di rilevanza nazionale.

L’Avviso 2025, pubblicato nei giorni scorsi, mette a disposizione complessivamente 13.537.043,39 euro, di cui:

  • 10,8 milioni di euro per il 2025 (pari all’80% come anticipo sui progetti ammessi),

  • 2,7 milioni di euro per il 2027 (saldo del 20%).

Le risorse sono parte della programmazione triennale 2025–2027 da oltre 141 milioni di euro, approvata con l’Atto di indirizzo del 4 settembre scorso.


Chi può partecipare

Possono presentare domanda, singolarmente o in partenariato:

  • Organizzazioni di volontariato (ODV) iscritte al RUNTS;

  • Associazioni di promozione sociale (APS) iscritte al RUNTS;

  • Fondazioni iscritte al RUNTS;

  • Fondazioni iscritte all’anagrafe Onlus;

  • Reti associative (anche non iscritte al RUNTS nelle sezioni ODV o APS, purché i soggetti attuatori lo siano).

Ogni ente, in qualità di proponente o capofila, potrà presentare una sola proposta progettuale.


Requisiti dei progetti

Per essere ammessi, i progetti devono rispettare precisi criteri:

  • Attività in almeno 10 Regioni;

  • Durata compresa tra 12 e 18 mesi;

  • Finanziamento ministeriale tra 250.000 e 500.000 euro.


Aree di intervento

Le priorità, in linea con l’Agenda ONU 2030, riguardano:

  • Rafforzamento delle reti associative e capacity building;

  • Inclusione sociale delle persone fragili;

  • Promozione della cultura del volontariato;

  • Autonomia e competenze per persone con disabilità grave;

  • Prevenzione e contrasto della violenza;

  • Azioni di contrasto alla povertà minorile.


Modalità e valutazione

Le domande andranno inoltrate esclusivamente online tramite la piattaforma del Ministero, con accesso tramite SPID e modulistica ufficiale.

I progetti saranno valutati in base a:

  • requisiti soggettivi dell’ente,

  • qualità e caratteristiche dell’iniziativa,

  • sostenibilità finanziaria.

Novità del 2025: la valutazione includerà anche l’analisi delle metodologie per la Valutazione di Impatto Sociale (VIS), da presentare tramite l’applicativo “Impact Call” (https://mlps.openimpact.it).


Perché è importante

Questo Avviso rappresenta un’opportunità concreta per gli ETS che vogliono sviluppare progetti ad ampio respiro, con ricadute nazionali e interregionali. La disponibilità di fondi e la centralità dell’impatto sociale confermano il ruolo strategico del Terzo Settore nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità e inclusione delineati dall’Agenda 2030.

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.

Ultima chiamata per il 5 per mille 2025

Entro il 30 settembre ETS e Onlus possono regolarizzare la posizione

Il 30 settembre 2025 è una data da segnare in rosso per gli enti del Terzo Settore (ETS) e per le Onlus. Entro questo termine sarà possibile:

  1. regolarizzare l’iscrizione al 5 per mille 2025, per chi non lo ha fatto entro la scadenza del 10 aprile;

  2. comunicare l’IBAN per ricevere i contributi del 5 per mille 2022, ancora non erogati.

In entrambi i casi, il mancato adempimento comporta la perdita del beneficio.


Iscrizione al 5 per mille 2025: come fare

Gli enti già presenti nell’elenco permanente o in quello aggiornato per i nuovi iscritti sono accreditati automaticamente e non devono fare nulla.
Tuttavia, è consigliato entrare comunque nella piattaforma RUNTS, selezionare il campo “accreditamento del 5 per mille” e inserire l’IBAN corretto, per evitare blocchi nell’erogazione delle somme.

Gli enti non ancora accreditati hanno tempo fino al 30 settembre 2025 per mettersi in regola, pagando una sanzione di 250 euro tramite modello F24 Elide (codice tributo 8115).
Le stesse regole valgono per le Onlus non presenti negli elenchi permanenti o nei nuovi iscritti 2025, che dovranno utilizzare l’apposito modello disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Per gli ETS non ancora iscritti al RUNTS, l’iscrizione dovrà perfezionarsi entro il 31 dicembre 2025, pena l’esclusione definitiva dal beneficio.


Il 5 per mille 2022: comunicare l’IBAN

Un’altra scadenza riguarda le somme relative al 5 per mille 2022: gli enti che non hanno ancora ricevuto il contributo devono comunicare le proprie coordinate bancarie entro il 30 settembre 2025.
Per gli ETS la procedura si svolge attraverso la piattaforma RUNTS; per le Onlus la comunicazione deve avvenire tramite l’Agenzia delle Entrate.

Se l’IBAN non sarà comunicato nei tempi, l’ente perderà il diritto a ricevere le somme, che confluiranno nel bilancio dello Stato.


Perché agire subito

In sintesi:

  • 30 settembre 2025 è il termine ultimo per regolarizzare iscrizioni e comunicare IBAN;

  • 💶 senza questi adempimenti si rischia di perdere le risorse;

  • 📲 la procedura richiede firma digitale e invio tramite piattaforma RUNTS o portale Agenzia delle Entrate.

Chi ha già comunicato l’IBAN ma non ha ricevuto i fondi non deve preoccuparsi: il Ministero del Lavoro effettuerà i pagamenti solo dopo la scadenza del 30 settembre.


Conclusione

Il 5 per mille resta uno strumento fondamentale di finanziamento per le realtà del Terzo Settore. Per questo è essenziale non perdere questa opportunità e rispettare puntualmente le scadenze.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE

Terzo Settore: il decreto sui controlli è legge

CSV e reti associative chiamati a vigilare sugli enti aderenti, definito il nuovo sistema di monitoraggio

È entrato ufficialmente in vigore il decreto sui controlli al Terzo Settore, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre 2025. Si tratta del DM 7 agosto 2025 emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che definisce le modalità, i limiti e le responsabilità del nuovo sistema di vigilanza sugli enti iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore).

Il provvedimento rappresenta un tassello fondamentale della riforma del Terzo Settore, frutto di un percorso condiviso con la Conferenza Stato-Regioni, CSVnet e Forum Terzo Settore.


Chi svolgerà i controlli

I controlli restano di competenza degli Uffici del RUNTS, ma il decreto apre la possibilità anche a:

  • Centri di Servizio per il Volontariato (CSV)

  • Reti associative nazionali (Ran)

Questi soggetti potranno scegliere se diventare “enti autorizzati” ad effettuare controlli ordinari sui propri aderenti. È inoltre prevista la possibilità di convenzioni tra reti e CSV per rafforzare la capacità operativa.

Sono esclusi dal regime di controllo le cooperative sociali, le imprese sociali e le società di mutuo soccorso.


Che tipo di controlli

Il decreto distingue tra due tipologie:

  • Controlli ordinari (affidabili anche a CSV e Ran accreditati), ossia la revisione triennale obbligatoria.

  • Controlli straordinari (solo RUNTS), con accertamenti a campione o in caso di irregolarità emerse.

Gli accertamenti mirano a verificare:

  • la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione al RUNTS;

  • il perseguimento delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale;

  • il rispetto degli obblighi connessi all’iscrizione.

Per gli enti con entrate annue fino a 60.000 euro sono previste procedure semplificate.


Modalità operative

Gli enti incaricati comunicheranno con le organizzazioni sottoposte a controllo tramite PEC per la richiesta di documenti, potendo arrivare – se necessario – a ispezioni in loco. Le organizzazioni avranno da 30 a 90 giorni per sanare eventuali irregolarità.

Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, saranno approvati i modelli ufficiali di verbale per i controlli ordinari e straordinari.

Il primo triennio decorre dal 1° gennaio successivo all’iscrizione: entro il 31 marzo ciascun soggetto autorizzato (Uffici RUNTS, CSV e Ran) dovrà caricare sul sistema informativo nazionale il programma con l’elenco degli enti da revisionare.


Chi sono i controllori

I controlli saranno affidati a soggetti incaricati scelti tra dipendenti, collaboratori o professionisti dei CSV e delle Ran autorizzate, purché non abbiano rapporti di consulenza o collaborazione retribuita con l’ente controllato (in applicazione dell’art. 2399 del Codice Civile).

Questi incaricati dovranno avere comprovata esperienza, essere inseriti in elenchi pubblici e aggiornati, e ricevere adeguata formazione. La responsabilità finale resta comunque in capo al CSV o alla rete autorizzata.


Copertura dei costi

Il Ministero del Lavoro riconosce un contributo economico per parziale copertura delle spese, calcolato in base alle dimensioni economiche dell’ente controllato:

  • 50 € per enti fino a 60.000 € di entrate annue;

  • 100 € per enti da 60.000 a 300.000 €;

  • 250 € per enti da 300.000 a 1.000.000 €;

  • 500 € per enti oltre 1.000.000 €.

Gli importi potranno essere ridotti se si supererà il tetto massimo di spesa stanziato.


Avvio dei controlli

L’avvio effettivo sarà stabilito con decreto dell’Ufficio di livello dirigenziale generale del Ministero del Lavoro, sulla base dell’attivazione della sezione del sistema informativo dedicato.


Una svolta per la trasparenza

Con questo decreto si rafforza il principio di controllo diffuso e partecipato, in cui non solo le istituzioni ma anche le reti del Terzo Settore assumono un ruolo attivo nel garantire trasparenza, correttezza e credibilità del sistema.

Il nuovo modello segna dunque un passo avanti nel consolidamento del Terzo Settore come pilastro di fiducia e responsabilità verso cittadini e comunità.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE

Ex Onlus: via libera alla trasformazione in ETS, addio definitivo al vecchio regime

Con il via libera della Commissione europea alle disposizioni del Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) finora rimaste in sospeso, arriva la conferma: dal 1° gennaio 2026 il regime delle Onlus sarà definitivamente cancellato.

L’abrogazione è prevista dall’art. 102, comma 2, del Codice e comporta la soppressione del D.Lgs. 460/1997 e dell’art. 150 del TUIR. Si chiude così un’epoca per il mondo del non profit italiano, che avrà come unico riferimento il nuovo quadro normativo degli Enti del Terzo Settore (ETS).


La trasformazione in ETS

Le ex Onlus avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per completare l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), scegliendo la forma di ETS più adeguata alla propria attività.

La novità pone però una questione delicata: cosa accade nei tre mesi di transizione, dal 1° gennaio al 31 marzo 2026, per quelle realtà che non avranno ancora perfezionato l’iscrizione al Registro?


Il nodo del regime transitorio

Il Codice del Terzo Settore, all’art. 104, prevede che le agevolazioni fiscali introdotte dal Titolo X si applichino solo a chi possiede la qualifica di ETS, ottenibile esclusivamente con l’iscrizione al RUNTS.
Da qui il dubbio: gli enti che al 1° gennaio 2026 non risulteranno ancora iscritti rischiano di non poter usufruire né del vecchio regime Onlus né del nuovo regime ETS.

A chiarire la questione interviene l’art. 34 del DM 106/2020: una Onlus che si iscriva al RUNTS anche successivamente al 1° gennaio 2026 acquisirà comunque la qualifica di ETS retroattivamente dall’inizio del periodo d’imposta. In altre parole, l’effetto decorre dal 1° gennaio 2026, garantendo continuità sotto il profilo fiscale e civilistico.

Nonostante questa previsione, si attendono comunque i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per fugare ogni dubbio sulle modalità applicative del regime transitorio.


L’importanza di agire subito

C’è però un aspetto da non sottovalutare: l’iscrizione al RUNTS non è immediata. Una volta presentata la domanda, gli uffici devono infatti verificare la conformità dello statuto e la completezza della documentazione.

Per questo motivo, pur avendo tempo fino al 31 marzo 2026, è fortemente consigliato presentare la domanda entro la fine del 2025, così da consentire ai funzionari di completare l’istruttoria e arrivare all’iscrizione effettiva con largo anticipo.

Se una ex Onlus non sarà iscritta al RUNTS entro il termine ultimo, scatterà l’obbligo di devoluzione del patrimonio incrementato dall’iscrizione all’anagrafe delle Onlus, con conseguenze rilevanti sul piano patrimoniale e gestionale.


Una trasformazione irreversibile

Con l’entrata in vigore integrale della riforma, il 1° aprile 2026 sarà cancellata definitivamente l’anagrafe delle Onlus.
Gli enti che non avranno colto questa opportunità di transizione ordinata rischieranno di perdere non solo benefici fiscali, ma anche continuità operativa.

Il consiglio, dunque, è chiaro: non rimandare. Per le ex Onlus si apre una nuova stagione, quella degli ETS, che garantisce un sistema più organico, trasparente e in linea con le esigenze del Terzo Settore contemporaneo.

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CENTRO STUDI ESSE

Terzo Settore: 141 milioni di euro per il triennio 2025–2027

Più attenzione all’impatto sociale, ma risorse in calo rispetto al passato

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato, il 4 settembre, l’atto di indirizzo per l’anno 2025 e la programmazione triennale 2025–2027 delle risorse destinate agli enti del Terzo Settore, ai sensi degli articoli 72 e 73 del Codice del Terzo Settore.

La dotazione complessiva ammonta a 141,3 milioni di euro, una cifra significativa ma inferiore ai circa 175 milioni del precedente triennio, con una riduzione di circa 34 milioni. L’atto ha ottenuto l’intesa in Conferenza Stato-Regioni il 30 luglio 2025 ed è stato formalizzato con il Decreto Ministeriale n. 124.


Trasparenza e impatto sociale al centro

La nuova programmazione conferma l’impianto delle precedenti edizioni, ribadendo il ruolo del Terzo Settore come motore di valore pubblico per la collettività.
Rispetto al passato, l’accento è posto sulla misurazione dell’impatto sociale dei progetti, in linea con le Linee guida del 23 luglio 2019. Sarà proprio questo uno dei criteri principali per la valutazione delle iniziative finanziate.

Gli obiettivi restano coerenti con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, richiamando l’importanza di interventi trasparenti, misurabili e orientati al bene comune.


Chi può accedere ai finanziamenti

Potranno presentare progetti:

  • Organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni iscritte al RUNTS;

  • le reti associative previste dall’art. 41 del Codice del Terzo Settore;

  • le fondazioni Onlus iscritte all’anagrafe presso l’Agenzia delle Entrate (art. 10 del D.Lgs. 460/1997).

Le attività dovranno avere una dimensione interregionale (almeno 10 Regioni coinvolte) e rispettare importi minimi: 250.000 euro per i progetti ordinari e 500.000 euro per le fondazioni.
Il contributo ministeriale potrà coprire fino all’80% dei costi (50% nel caso di progetti presentati da fondazioni).


Focus: l’intelligenza artificiale

Una novità rilevante riguarda il settore dell’intelligenza artificiale, indicato come area prioritaria di intervento. Per il 2025 le risorse destinate a progetti su questo tema salgono a 3,5 milioni di euro, contro l’1 milione dell’anno precedente.


La ripartizione delle risorse

La dotazione complessiva del triennio è pari a 141.307.766,49 euro, così suddivisa:

  • Progetti nazionali: oltre 14 milioni nel 2025, con 3,5 milioni dedicati all’IA.

  • Progetti locali: circa 13 milioni nel 2025, che saliranno a oltre 16 milioni nel 2027.

  • Ambulanze, autoveicoli sanitari e beni strumentali: 7,35 milioni annui confermati.

  • Contributi a enti storici (ANMIC, ANMIL, ENS, UICI, UNMS): 2,58 milioni annui.

  • Risorse alle Province autonome di Trento e Bolzano: circa 1,3 milioni nel triennio.

Inoltre, con il DL 95/2025 è stato previsto un incremento straordinario di 10 milioni per il solo 2025 a sostegno delle attività di interesse generale promosse da ODV, APS e fondazioni iscritte al RUNTS.


La distribuzione regionale

Le risorse destinate a progetti di rilevanza locale sono state ripartite tra le Regioni seguendo tre criteri:

  • 30% quota fissa;

  • 20% sulla popolazione residente (dati ISTAT 2025);

  • 50% in base al numero di enti iscritti al RUNTS.

Tra le Regioni più finanziate:

  • Lombardia con oltre 8,4 milioni nel triennio;

  • Lazio con circa 6 milioni;

  • Emilia-Romagna con oltre 5,3 milioni;

  • Campania con circa 4,7 milioni.

Complessivamente, le Regioni riceveranno 68,6 milioni di euro nel periodo 2025–2027, a fronte dei 75 milioni del triennio precedente.


Confronto con il passato

Il raffronto con la precedente programmazione (2022–2024) mette in luce una contrazione:

  • 175 milioni nel triennio precedente;

  • 141 milioni per il triennio 2025–2027.

Si tratta quindi di una riduzione del 20%, compensata in parte dal finanziamento straordinario da 10 milioni previsto per il 2025.


Cosa aspettarsi

Nei prossimi mesi verranno pubblicati:

  • gli avvisi nazionali per i progetti di interesse generale 2025;

  • i bandi regionali per l’assegnazione delle risorse locali.

Il Terzo Settore è quindi chiamato a un passaggio cruciale: meno risorse disponibili, ma più stringenti criteri di trasparenza e misurazione dell’impatto. Un banco di prova importante per dimostrare, ancora una volta, la capacità delle organizzazioni di generare valore pubblico e sociale per le comunità.

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CENTRO STUDI ESSE

E.S.S.E. apre le candidature: al via la selezione dei Responsabili Regionali di Settore

L’Ente Sportivo Sociale Europeo (E.S.S.E.) lancia una nuova sfida per rafforzare la propria presenza in tutta Italia e consolidare il ruolo di riferimento per associazioni, circoli ed enti del Terzo Settore. Sono ufficialmente aperte le candidature per diventare Responsabile Regionale di Settore, una figura chiave che avrà il compito di rappresentare l’Ente a livello territoriale e di coordinare le attività associative in diversi ambiti di intervento.


Un’opportunità per chi crede nel Terzo Settore

In un contesto sociale in continua trasformazione, il Terzo Settore assume un ruolo sempre più centrale nella costruzione di reti solidali, nella promozione della cittadinanza attiva e nello sviluppo di servizi innovativi a beneficio delle comunità locali. Con questa iniziativa, E.S.S.E. intende valorizzare le competenze e l’impegno di persone motivate, capaci di mettersi al servizio delle associazioni del territorio e di contribuire alla crescita di un sistema inclusivo, partecipato e sostenibile.

“Il nostro obiettivo – spiegano da E.S.S.E. – è creare una squadra di figure competenti e appassionate che possano fare da ponte tra la dimensione locale e quella nazionale, facilitando il dialogo con le istituzioni e rafforzando le sinergie tra le realtà associative.”


I settori di intervento

I nuovi Responsabili Regionali saranno selezionati nei seguenti ambiti strategici:

  • Promozione Sociale

  • Volontariato

  • Ambiente

  • Turismo Sociale

Si tratta di settori in cui E.S.S.E. è già attiva con progetti di rilievo, e nei quali intende potenziare il coordinamento e la capacità di incidere sul territorio.


Il profilo ricercato

Il bando è rivolto a persone con esperienza nel mondo associativo o gestionale, pronte a mettere in campo competenze organizzative e capacità relazionali.
I requisiti minimi per candidarsi includono:

  • maggiore età e piena capacità civile;

  • almeno due anni di esperienza in ambito associativo/gestionale;

  • condivisione della mission e dei valori di E.S.S.E.;

  • competenze organizzative e attitudine al lavoro di squadra;

  • assenza di condanne per reati incompatibili;

  • disponibilità a partecipare a incontri, riunioni e momenti formativi.

Il Responsabile Regionale di Settore avrà il compito di sviluppare progetti, coordinare le attività locali e rappresentare E.S.S.E. nel dialogo con associazioni, enti e istituzioni.


Cosa offre E.S.S.E.

Entrare nella squadra significa accedere a una rete strutturata e dinamica che garantisce:

  • inserimento nella struttura organizzativa nazionale;

  • percorsi di formazione e supporto operativo;

  • incentivi e bonus legati ai risultati;

  • l’opportunità di rappresentare ufficialmente un settore della rete nella propria Regione.

Un’occasione, dunque, per dare un contributo concreto al rafforzamento del Terzo Settore e, al tempo stesso, crescere professionalmente all’interno di un contesto riconosciuto e in continua espansione.


Come candidarsi

Le candidature devono essere inviate all’indirizzo curriculum@esserete.it, allegando il Curriculum Vitae e una breve presentazione personale.

“È un’opportunità – sottolineano da E.S.S.E. – per chi vuole diventare protagonista attivo nel proprio territorio, rappresentando i valori dello sport sociale, del volontariato e della promozione culturale. Le Regioni hanno bisogno di figure capaci di guidare il cambiamento con competenza, passione e visione.”


Una rete che fa la differenza

Con questa iniziativa, E.S.S.E. conferma la propria missione: essere un soggetto in grado di unire realtà diverse del Terzo Settore, dare voce alle associazioni e rafforzare il dialogo con le istituzioni.
Un percorso di crescita che passa dalla formazione di nuove figure di riferimento, capaci di incarnare i valori della solidarietà, della partecipazione e della responsabilità sociale.

📣 La tua Regione ti aspetta: entra anche tu nella squadra di E.S.S.E.!