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Author: Segreteria

Terzo Settore: il decreto sui controlli è legge

CSV e reti associative chiamati a vigilare sugli enti aderenti, definito il nuovo sistema di monitoraggio

È entrato ufficialmente in vigore il decreto sui controlli al Terzo Settore, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre 2025. Si tratta del DM 7 agosto 2025 emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che definisce le modalità, i limiti e le responsabilità del nuovo sistema di vigilanza sugli enti iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore).

Il provvedimento rappresenta un tassello fondamentale della riforma del Terzo Settore, frutto di un percorso condiviso con la Conferenza Stato-Regioni, CSVnet e Forum Terzo Settore.


Chi svolgerà i controlli

I controlli restano di competenza degli Uffici del RUNTS, ma il decreto apre la possibilità anche a:

  • Centri di Servizio per il Volontariato (CSV)

  • Reti associative nazionali (Ran)

Questi soggetti potranno scegliere se diventare “enti autorizzati” ad effettuare controlli ordinari sui propri aderenti. È inoltre prevista la possibilità di convenzioni tra reti e CSV per rafforzare la capacità operativa.

Sono esclusi dal regime di controllo le cooperative sociali, le imprese sociali e le società di mutuo soccorso.


Che tipo di controlli

Il decreto distingue tra due tipologie:

  • Controlli ordinari (affidabili anche a CSV e Ran accreditati), ossia la revisione triennale obbligatoria.

  • Controlli straordinari (solo RUNTS), con accertamenti a campione o in caso di irregolarità emerse.

Gli accertamenti mirano a verificare:

  • la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione al RUNTS;

  • il perseguimento delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale;

  • il rispetto degli obblighi connessi all’iscrizione.

Per gli enti con entrate annue fino a 60.000 euro sono previste procedure semplificate.


Modalità operative

Gli enti incaricati comunicheranno con le organizzazioni sottoposte a controllo tramite PEC per la richiesta di documenti, potendo arrivare – se necessario – a ispezioni in loco. Le organizzazioni avranno da 30 a 90 giorni per sanare eventuali irregolarità.

Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, saranno approvati i modelli ufficiali di verbale per i controlli ordinari e straordinari.

Il primo triennio decorre dal 1° gennaio successivo all’iscrizione: entro il 31 marzo ciascun soggetto autorizzato (Uffici RUNTS, CSV e Ran) dovrà caricare sul sistema informativo nazionale il programma con l’elenco degli enti da revisionare.


Chi sono i controllori

I controlli saranno affidati a soggetti incaricati scelti tra dipendenti, collaboratori o professionisti dei CSV e delle Ran autorizzate, purché non abbiano rapporti di consulenza o collaborazione retribuita con l’ente controllato (in applicazione dell’art. 2399 del Codice Civile).

Questi incaricati dovranno avere comprovata esperienza, essere inseriti in elenchi pubblici e aggiornati, e ricevere adeguata formazione. La responsabilità finale resta comunque in capo al CSV o alla rete autorizzata.


Copertura dei costi

Il Ministero del Lavoro riconosce un contributo economico per parziale copertura delle spese, calcolato in base alle dimensioni economiche dell’ente controllato:

  • 50 € per enti fino a 60.000 € di entrate annue;

  • 100 € per enti da 60.000 a 300.000 €;

  • 250 € per enti da 300.000 a 1.000.000 €;

  • 500 € per enti oltre 1.000.000 €.

Gli importi potranno essere ridotti se si supererà il tetto massimo di spesa stanziato.


Avvio dei controlli

L’avvio effettivo sarà stabilito con decreto dell’Ufficio di livello dirigenziale generale del Ministero del Lavoro, sulla base dell’attivazione della sezione del sistema informativo dedicato.


Una svolta per la trasparenza

Con questo decreto si rafforza il principio di controllo diffuso e partecipato, in cui non solo le istituzioni ma anche le reti del Terzo Settore assumono un ruolo attivo nel garantire trasparenza, correttezza e credibilità del sistema.

Il nuovo modello segna dunque un passo avanti nel consolidamento del Terzo Settore come pilastro di fiducia e responsabilità verso cittadini e comunità.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE

Ex Onlus: via libera alla trasformazione in ETS, addio definitivo al vecchio regime

Con il via libera della Commissione europea alle disposizioni del Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) finora rimaste in sospeso, arriva la conferma: dal 1° gennaio 2026 il regime delle Onlus sarà definitivamente cancellato.

L’abrogazione è prevista dall’art. 102, comma 2, del Codice e comporta la soppressione del D.Lgs. 460/1997 e dell’art. 150 del TUIR. Si chiude così un’epoca per il mondo del non profit italiano, che avrà come unico riferimento il nuovo quadro normativo degli Enti del Terzo Settore (ETS).


La trasformazione in ETS

Le ex Onlus avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per completare l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), scegliendo la forma di ETS più adeguata alla propria attività.

La novità pone però una questione delicata: cosa accade nei tre mesi di transizione, dal 1° gennaio al 31 marzo 2026, per quelle realtà che non avranno ancora perfezionato l’iscrizione al Registro?


Il nodo del regime transitorio

Il Codice del Terzo Settore, all’art. 104, prevede che le agevolazioni fiscali introdotte dal Titolo X si applichino solo a chi possiede la qualifica di ETS, ottenibile esclusivamente con l’iscrizione al RUNTS.
Da qui il dubbio: gli enti che al 1° gennaio 2026 non risulteranno ancora iscritti rischiano di non poter usufruire né del vecchio regime Onlus né del nuovo regime ETS.

A chiarire la questione interviene l’art. 34 del DM 106/2020: una Onlus che si iscriva al RUNTS anche successivamente al 1° gennaio 2026 acquisirà comunque la qualifica di ETS retroattivamente dall’inizio del periodo d’imposta. In altre parole, l’effetto decorre dal 1° gennaio 2026, garantendo continuità sotto il profilo fiscale e civilistico.

Nonostante questa previsione, si attendono comunque i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per fugare ogni dubbio sulle modalità applicative del regime transitorio.


L’importanza di agire subito

C’è però un aspetto da non sottovalutare: l’iscrizione al RUNTS non è immediata. Una volta presentata la domanda, gli uffici devono infatti verificare la conformità dello statuto e la completezza della documentazione.

Per questo motivo, pur avendo tempo fino al 31 marzo 2026, è fortemente consigliato presentare la domanda entro la fine del 2025, così da consentire ai funzionari di completare l’istruttoria e arrivare all’iscrizione effettiva con largo anticipo.

Se una ex Onlus non sarà iscritta al RUNTS entro il termine ultimo, scatterà l’obbligo di devoluzione del patrimonio incrementato dall’iscrizione all’anagrafe delle Onlus, con conseguenze rilevanti sul piano patrimoniale e gestionale.


Una trasformazione irreversibile

Con l’entrata in vigore integrale della riforma, il 1° aprile 2026 sarà cancellata definitivamente l’anagrafe delle Onlus.
Gli enti che non avranno colto questa opportunità di transizione ordinata rischieranno di perdere non solo benefici fiscali, ma anche continuità operativa.

Il consiglio, dunque, è chiaro: non rimandare. Per le ex Onlus si apre una nuova stagione, quella degli ETS, che garantisce un sistema più organico, trasparente e in linea con le esigenze del Terzo Settore contemporaneo.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE

Terzo Settore: 141 milioni di euro per il triennio 2025–2027

Più attenzione all’impatto sociale, ma risorse in calo rispetto al passato

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato, il 4 settembre, l’atto di indirizzo per l’anno 2025 e la programmazione triennale 2025–2027 delle risorse destinate agli enti del Terzo Settore, ai sensi degli articoli 72 e 73 del Codice del Terzo Settore.

La dotazione complessiva ammonta a 141,3 milioni di euro, una cifra significativa ma inferiore ai circa 175 milioni del precedente triennio, con una riduzione di circa 34 milioni. L’atto ha ottenuto l’intesa in Conferenza Stato-Regioni il 30 luglio 2025 ed è stato formalizzato con il Decreto Ministeriale n. 124.


Trasparenza e impatto sociale al centro

La nuova programmazione conferma l’impianto delle precedenti edizioni, ribadendo il ruolo del Terzo Settore come motore di valore pubblico per la collettività.
Rispetto al passato, l’accento è posto sulla misurazione dell’impatto sociale dei progetti, in linea con le Linee guida del 23 luglio 2019. Sarà proprio questo uno dei criteri principali per la valutazione delle iniziative finanziate.

Gli obiettivi restano coerenti con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, richiamando l’importanza di interventi trasparenti, misurabili e orientati al bene comune.


Chi può accedere ai finanziamenti

Potranno presentare progetti:

  • Organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni iscritte al RUNTS;

  • le reti associative previste dall’art. 41 del Codice del Terzo Settore;

  • le fondazioni Onlus iscritte all’anagrafe presso l’Agenzia delle Entrate (art. 10 del D.Lgs. 460/1997).

Le attività dovranno avere una dimensione interregionale (almeno 10 Regioni coinvolte) e rispettare importi minimi: 250.000 euro per i progetti ordinari e 500.000 euro per le fondazioni.
Il contributo ministeriale potrà coprire fino all’80% dei costi (50% nel caso di progetti presentati da fondazioni).


Focus: l’intelligenza artificiale

Una novità rilevante riguarda il settore dell’intelligenza artificiale, indicato come area prioritaria di intervento. Per il 2025 le risorse destinate a progetti su questo tema salgono a 3,5 milioni di euro, contro l’1 milione dell’anno precedente.


La ripartizione delle risorse

La dotazione complessiva del triennio è pari a 141.307.766,49 euro, così suddivisa:

  • Progetti nazionali: oltre 14 milioni nel 2025, con 3,5 milioni dedicati all’IA.

  • Progetti locali: circa 13 milioni nel 2025, che saliranno a oltre 16 milioni nel 2027.

  • Ambulanze, autoveicoli sanitari e beni strumentali: 7,35 milioni annui confermati.

  • Contributi a enti storici (ANMIC, ANMIL, ENS, UICI, UNMS): 2,58 milioni annui.

  • Risorse alle Province autonome di Trento e Bolzano: circa 1,3 milioni nel triennio.

Inoltre, con il DL 95/2025 è stato previsto un incremento straordinario di 10 milioni per il solo 2025 a sostegno delle attività di interesse generale promosse da ODV, APS e fondazioni iscritte al RUNTS.


La distribuzione regionale

Le risorse destinate a progetti di rilevanza locale sono state ripartite tra le Regioni seguendo tre criteri:

  • 30% quota fissa;

  • 20% sulla popolazione residente (dati ISTAT 2025);

  • 50% in base al numero di enti iscritti al RUNTS.

Tra le Regioni più finanziate:

  • Lombardia con oltre 8,4 milioni nel triennio;

  • Lazio con circa 6 milioni;

  • Emilia-Romagna con oltre 5,3 milioni;

  • Campania con circa 4,7 milioni.

Complessivamente, le Regioni riceveranno 68,6 milioni di euro nel periodo 2025–2027, a fronte dei 75 milioni del triennio precedente.


Confronto con il passato

Il raffronto con la precedente programmazione (2022–2024) mette in luce una contrazione:

  • 175 milioni nel triennio precedente;

  • 141 milioni per il triennio 2025–2027.

Si tratta quindi di una riduzione del 20%, compensata in parte dal finanziamento straordinario da 10 milioni previsto per il 2025.


Cosa aspettarsi

Nei prossimi mesi verranno pubblicati:

  • gli avvisi nazionali per i progetti di interesse generale 2025;

  • i bandi regionali per l’assegnazione delle risorse locali.

Il Terzo Settore è quindi chiamato a un passaggio cruciale: meno risorse disponibili, ma più stringenti criteri di trasparenza e misurazione dell’impatto. Un banco di prova importante per dimostrare, ancora una volta, la capacità delle organizzazioni di generare valore pubblico e sociale per le comunità.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE

E.S.S.E. apre le candidature: al via la selezione dei Responsabili Regionali di Settore

L’Ente Sportivo Sociale Europeo (E.S.S.E.) lancia una nuova sfida per rafforzare la propria presenza in tutta Italia e consolidare il ruolo di riferimento per associazioni, circoli ed enti del Terzo Settore. Sono ufficialmente aperte le candidature per diventare Responsabile Regionale di Settore, una figura chiave che avrà il compito di rappresentare l’Ente a livello territoriale e di coordinare le attività associative in diversi ambiti di intervento.


Un’opportunità per chi crede nel Terzo Settore

In un contesto sociale in continua trasformazione, il Terzo Settore assume un ruolo sempre più centrale nella costruzione di reti solidali, nella promozione della cittadinanza attiva e nello sviluppo di servizi innovativi a beneficio delle comunità locali. Con questa iniziativa, E.S.S.E. intende valorizzare le competenze e l’impegno di persone motivate, capaci di mettersi al servizio delle associazioni del territorio e di contribuire alla crescita di un sistema inclusivo, partecipato e sostenibile.

“Il nostro obiettivo – spiegano da E.S.S.E. – è creare una squadra di figure competenti e appassionate che possano fare da ponte tra la dimensione locale e quella nazionale, facilitando il dialogo con le istituzioni e rafforzando le sinergie tra le realtà associative.”


I settori di intervento

I nuovi Responsabili Regionali saranno selezionati nei seguenti ambiti strategici:

  • Promozione Sociale

  • Volontariato

  • Ambiente

  • Turismo Sociale

Si tratta di settori in cui E.S.S.E. è già attiva con progetti di rilievo, e nei quali intende potenziare il coordinamento e la capacità di incidere sul territorio.


Il profilo ricercato

Il bando è rivolto a persone con esperienza nel mondo associativo o gestionale, pronte a mettere in campo competenze organizzative e capacità relazionali.
I requisiti minimi per candidarsi includono:

  • maggiore età e piena capacità civile;

  • almeno due anni di esperienza in ambito associativo/gestionale;

  • condivisione della mission e dei valori di E.S.S.E.;

  • competenze organizzative e attitudine al lavoro di squadra;

  • assenza di condanne per reati incompatibili;

  • disponibilità a partecipare a incontri, riunioni e momenti formativi.

Il Responsabile Regionale di Settore avrà il compito di sviluppare progetti, coordinare le attività locali e rappresentare E.S.S.E. nel dialogo con associazioni, enti e istituzioni.


Cosa offre E.S.S.E.

Entrare nella squadra significa accedere a una rete strutturata e dinamica che garantisce:

  • inserimento nella struttura organizzativa nazionale;

  • percorsi di formazione e supporto operativo;

  • incentivi e bonus legati ai risultati;

  • l’opportunità di rappresentare ufficialmente un settore della rete nella propria Regione.

Un’occasione, dunque, per dare un contributo concreto al rafforzamento del Terzo Settore e, al tempo stesso, crescere professionalmente all’interno di un contesto riconosciuto e in continua espansione.


Come candidarsi

Le candidature devono essere inviate all’indirizzo curriculum@esserete.it, allegando il Curriculum Vitae e una breve presentazione personale.

“È un’opportunità – sottolineano da E.S.S.E. – per chi vuole diventare protagonista attivo nel proprio territorio, rappresentando i valori dello sport sociale, del volontariato e della promozione culturale. Le Regioni hanno bisogno di figure capaci di guidare il cambiamento con competenza, passione e visione.”


Una rete che fa la differenza

Con questa iniziativa, E.S.S.E. conferma la propria missione: essere un soggetto in grado di unire realtà diverse del Terzo Settore, dare voce alle associazioni e rafforzare il dialogo con le istituzioni.
Un percorso di crescita che passa dalla formazione di nuove figure di riferimento, capaci di incarnare i valori della solidarietà, della partecipazione e della responsabilità sociale.

📣 La tua Regione ti aspetta: entra anche tu nella squadra di E.S.S.E.!

Biennale Cinema 2025: a Venezia la presentazione del “Made in Italy Experience Tour 2025–2027”

Il 2 settembre 2025, in occasione della Biennale Cinema – 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, verrà ufficialmente presentato il progetto “Made in Italy Experience Tour 2025–2027”, una rassegna internazionale che porterà l’eccellenza italiana negli Istituti Italiani di Cultura e presso i Consolati Italiani in Europa.

La presentazione si svolgerà nella suggestiva cornice del terrazzo dell’Hotel Excelsior di Venezia, luogo simbolo della kermesse, alla presenza di rappresentanti istituzionali e autorità di governo, testimoniando l’alto valore culturale e istituzionale dell’iniziativa.

Durante l’evento sarà annunciata la prima tappa ufficiale del tour, in programma dal 19 al 22 settembre 2025 presso il Consolato Italiano a Bruxelles, capitale europea e crocevia delle istituzioni comunitarie.

Il progetto, promosso sotto l’egida del Centro Studi ESSE, ha come obiettivo quello di valorizzare il Made in Italy in tutte le sue declinazioni – arte, moda, enogastronomia, design e cultura – e di rafforzare la presenza culturale italiana in Europa, costruendo ponti di dialogo e cooperazione tra Paesi, istituzioni e comunità.

L’iniziativa gode del patrocinio del Comitato Europeo delle Regioni e nasce dalla visione del Vicepresidente Vicario di ESSE, Giuseppe Palma, promotore del progetto insieme a Virgin Barret International, partner strategico nella realizzazione di eventi di respiro internazionale.

Il “Made in Italy Experience Tour 2025–2027” rappresenta dunque non solo un percorso itinerante di promozione culturale, ma anche una vera e propria piattaforma di internazionalizzazione del brand Italia, destinata a raccontare al mondo la creatività, l’innovazione e la tradizione del nostro Paese.

Con la Biennale Cinema come punto di partenza e Bruxelles come prima tappa, il progetto si candida a diventare una delle iniziative più significative per l’immagine e la proiezione del Made in Italy in Europa.

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.

RASD: entro il 31 agosto 2025 la prima verifica triennale dei requisiti per ASD e SSD

RASD: entro il 31 agosto 2025 la prima verifica triennale dei requisiti per ASD e SSD

Il 31 agosto 2025 rappresenta una data cruciale per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD): scade infatti il termine per la prima verifica triennale dei requisiti di iscrizione al Registro nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche (RASD).

Il mancato adempimento può comportare la cancellazione dal Registro e, di conseguenza, la perdita di importanti benefici fiscali e amministrativi.


🔎 Cos’è il RASD

Il Registro nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche è stato istituito con il D.Lgs. 39/2021 e viene gestito da Sport e Salute S.p.A. per conto del Dipartimento per lo Sport.
È lo strumento ufficiale di riconoscimento delle ASD e SSD a livello nazionale e consente di:

  • certificare la natura dilettantistica degli enti sportivi,

  • accedere a benefici fiscali, previdenziali e contributivi,

  • partecipare a bandi e convenzioni pubbliche.

L’art. 11, comma 2, del D.Lgs. 39/2021 prevede l’obbligo di revisione triennale, con prima scadenza proprio il 31 agosto 2025.


📑 Statuti e requisiti richiesti

Affinché un ente sportivo possa mantenere l’iscrizione al Registro e usufruire del regime fiscale agevolato, lo statuto deve contenere alcune clausole obbligatorie (ex Legge 289/2002 e art. 148 TUIR), tra cui:

  • assenza di scopo di lucro,

  • divieto di distribuzione, anche indiretta, di utili,

  • obbligo di reinvestire eventuali avanzi di gestione,

  • democraticità della struttura associativa,

  • gratuità delle cariche sociali,

  • regole trasparenti per ammissione e diritti dei soci,

  • svolgimento dell’attività sportiva dilettantistica come fine istituzionale,

  • obbligo di indicare nella denominazione la finalità e natura dilettantistica,

  • obbligo di redazione e approvazione dei rendiconti,

  • devoluzione del patrimonio a fini sportivi in caso di scioglimento,

  • divieto per gli amministratori di ricoprire cariche in altre ASD/SSD della stessa FSN o EPS.


🖥 Cosa devono fare gli enti entro il 31 agosto 2025

Le ASD e SSD devono accedere al portale RASD con lo SPID del legale rappresentante e verificare la correttezza dei dati inseriti, in particolare:

  • dati anagrafici e identificativi dell’ente,

  • conformità dello statuto alle disposizioni del D.Lgs. 36/2021 e del Regolamento del RASD,

  • attività sportive, didattiche e formative svolte,

  • numero di tesserati,

  • aggiornamento organi sociali, sede legale e strutture operative,

  • documenti caricati (statuto, atto costitutivo, verbali): in caso di modifiche, è necessario caricare le versioni aggiornate.

📌 L’obbligo riguarda tutti gli enti iscritti, compresi quelli costituiti prima dell’agosto 2022 o che abbiano già adeguato i propri statuti.


⚠ Conseguenze del mancato adempimento

Chi non effettua la verifica e non rispetta i requisiti:

  1. riceverà una diffida ad adempiere con termine massimo di 180 giorni,

  2. in caso di ulteriore inadempienza, verrà cancellato dal Registro RASD.

La cancellazione comporta la perdita automatica di:

  • agevolazioni fiscali (IVA, IRES, IMU),

  • possibilità di partecipare a bandi e convenzioni pubbliche,

  • corretto inquadramento dei collaboratori sportivi.


📣 In sintesi

Il 31 agosto 2025 non è solo una scadenza burocratica, ma un passaggio fondamentale per continuare a beneficiare dello status e delle agevolazioni previste dalla normativa.
ASD e SSD devono quindi agire subito per non rischiare di compromettere il proprio futuro sportivo e associativo.

Fondo Dote Famiglia 2025: al via le adesioni per ASD, SSD, ETS e ONLUS del settore sportivo

28 luglio 2025 – Con uno stanziamento di 30 milioni di euro per il 2025, prende il via il Fondo Dote Famiglia, l’iniziativa nazionale volta a garantire ai minori in condizioni economiche svantaggiate l’accesso alla pratica sportiva e a stili di vita sani.

Grazie a questo fondo, ASD, SSD, Enti del Terzo Settore e ONLUS di ambito sportivo potranno ricevere un contributo fino a 300 euro per ciascun beneficiario, sostenendo concretamente le famiglie e promuovendo il benessere dei ragazzi attraverso attività motorie e ricreative.


Due fasi operative

L’intervento prevede due momenti distinti:

1. Raccolta delle adesioni

Le ASD, SSD, ETS e ONLUS che intendono partecipare dovranno segnalare la propria disponibilità a ospitare corsi o attività sportive/ricreative, con le seguenti caratteristiche:

  • frequenza minima di due volte a settimana;

  • durata minima di sei mesi;

  • possibilità che il costo superi il contributo, prevedendo quindi una quota a carico delle famiglie.

Presentazione delle domande:

Requisiti di partecipazione:

  • ASD e SSD iscritte al Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche alla data del decreto attuativo;

  • ETS iscritti al Registro Unico del Terzo Settore;

  • ONLUS iscritte all’anagrafe dell’Agenzia delle Entrate.

In questa fase non sono previste graduatorie: tutte le manifestazioni valide e complete saranno accolte.

Contatti utili:


2. Domande delle famiglie

Terminata la raccolta delle adesioni, il Dipartimento per lo Sport pubblicherà l’elenco dei corsi disponibili con posti, costi, date e sedi sul sito www.sport.governo.it.

Le famiglie con minori tra 6 e 14 anni e ISEE minorenni inferiore a 15.000 euro potranno presentare domanda.
Il contributo sarà assegnato in ordine cronologico di domanda fino a esaurimento fondi, con un massimo di due figli per nucleo familiare.

Documenti richiesti:

  1. Dati anagrafici del minore e del soggetto fiscalmente a carico;

  2. Autocertificazione dell’ISEE minorenni in corso di validità;

  3. Dichiarazione di non usufruire di altre agevolazioni fiscali o contributi per la stessa prestazione;

  4. Documento di identità del sottoscrittore.


Il Fondo Dote Famiglia 2025 rappresenta un’importante opportunità per favorire inclusione sociale, sostenere lo sport dilettantistico e garantire a tutti i bambini e ragazzi l’accesso ad attività che promuovono salute, socialità e crescita personale.

A cura del CENTRO STUDI E.S.S.E.

Novità fiscali per il Terzo Settore

Il 22 luglio 2025 segna una data importante per il Terzo Settore italiano.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del decreto legislativo che introduce significative novità fiscali e tributarie per Enti del Terzo Settore (ETS) ed enti sportivi dilettantistici.

🔎 Cosa prevede il decreto? Ecco i principali punti:


1. Plusvalenze non tassate in caso di passaggio da attività commerciale a non commerciale

Viene introdotto l’art. 79-bis nel Codice del Terzo Settore. Gli ETS che trasformano beni d’impresa per usi istituzionali, con il passaggio dal commerciale al non commerciale, non pagano tasse sulle plusvalenze, purché tali beni restino destinati all’attività statutaria a fini civici e solidali.


📈 2. Aumento della soglia del regime IVA agevolato

In attesa dell’entrata in vigore del regime fiscale dal 1 Gennaio 2026, il regime forfettario IVA per organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale viene esteso fino a 85.000 euro (in precedenza 65.000). Un’importante agevolazione per la sostenibilità delle attività associative.


🧾 3. Razionalizzazione IVA e contabilità

Viene migliorato il coordinamento tra normativa IVA e natura non commerciale degli enti. Per gli enti che svolgono attività economica in via non esclusiva, la detrazione IVA sarà ammessa solo in proporzione all’utilizzo per l’attività commerciale, con obbligo di contabilità separata.


🏃‍♂️ 4. Estensione della legge 398/1991 alle Società Sportive Dilettantistiche

La soglia agevolata, prevista dalla Legge 398/91 per le associazioni e società sportive dilettantistiche, sale a 400.000 euro, ampliando il campo d’azione di chi usufruisce di regimi fiscali semplificati.


📌 Perché è importante?

Questo intervento normativo mira a semplificare, armonizzare e sostenere il funzionamento del Terzo Settore e delle attività sportive, adeguando il sistema italiano ai principi dell’Unione Europea in materia di IVA, trasparenza e detrazioni fiscali.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE

Istat lancia il nuovo Censimento delle Istituzioni Non Profit

📅 Fino al 24 ottobre 2025 per partecipare alla rilevazione nazionale

È ufficialmente partita la terza edizione del Censimento permanente delle Istituzioni Non Profit, lanciata da Istat lo scorso 24 marzo a Roma, nell’ambito dell’evento dal titolo “Un futuro da costruire”.

L’iniziativa ha l’obiettivo di fornire una fotografia dettagliata, aggiornata e dinamica di un settore sempre più strategico per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese.

👉 Oltre 60.000 enti del campione selezionato riceveranno una comunicazione ufficiale da parte di Istat contenente le credenziali per accedere al questionario online, da compilare entro il 24 ottobre 2025.

📊 Cosa rileva il Censimento
La rilevazione raccoglie informazioni approfondite su:

  • le caratteristiche strutturali delle organizzazioni;

  • le attività svolte e i servizi offerti;

  • il numero e il ruolo delle risorse umane impiegate (dipendenti e volontari);

  • il valore economico e sociale prodotto dal settore;

  • le relazioni con il territorio e le reti collaborative;

  • le strategie di comunicazione e fundraising;

  • il livello di digitalizzazione e i processi di innovazione sociale attivati.

📌 Nel 2022, il settore contava oltre 360.000 organizzazioni non profit in Italia, confermandosi una componente vitale e capillare della società civile, capace di generare valore, inclusione e coesione.

📞 Assistenza e contatti
Per supporto nella compilazione:

  • Numero verde gratuito 1510 (attivo da lunedì a sabato, ore 9.00–19.00, esclusi i festivi).

  • Email: censimento.inp@istat.it (indicando nell’oggetto il codice utente e la denominazione dell’ente).

📣 Partecipare è un dovere civico e una grande occasione per far emergere l’identità, il ruolo e i bisogni reali del non profit italiano.

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.

Nuova fiscalità per il Terzo Settore: si parte il 1° gennaio 2026

Con l’approvazione del Decreto Legge 17 giugno 2025, n. 84 (“Disposizioni urgenti in materia fiscale”), è ufficiale: il nuovo regime fiscale previsto dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) entrerà in vigore dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2025, quindi a partire dal 1° gennaio 2026.

🟢 Il via libera dell’Europa

A sbloccare definitivamente la situazione è stata la cosiddetta “comfort letter” della Commissione Europea, che ha riconosciuto la compatibilità del sistema fiscale ETS con le regole europee sugli aiuti di Stato.

Questo ha consentito al Governo italiano di eliminare dal Codice del Terzo Settore il riferimento all’autorizzazione UE, chiarendo così la data di partenza.

⚠️ Eccezione: i titoli di solidarietà

Resta ancora in sospeso l’art. 77 del CTS, relativo ai “titoli di solidarietà”, per i quali serve ancora l’autorizzazione formale da parte della Commissione europea. Il decreto ha lasciato questa previsione in sospeso (art. 8, comma 1, lett. a).

🧩 Imprese sociali: cosa cambia?

Il decreto interviene anche sul D.Lgs. 112/2017, che disciplina le imprese sociali.

Restano da autorizzare a livello europeo:

  • Le misure per facilitare l’accesso al capitale di rischio (art. 18, commi 3, 4 e 5);

  • Il Fondo per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali (art. 16).

Anche per le imprese sociali, al netto di queste eccezioni, il nuovo impianto fiscale diventa pienamente operativo dal 2026 (art. 14 del Decreto Fiscale).