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Terzo Settore: 141 milioni di euro per il triennio 2025–2027

Più attenzione all’impatto sociale, ma risorse in calo rispetto al passato

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato, il 4 settembre, l’atto di indirizzo per l’anno 2025 e la programmazione triennale 2025–2027 delle risorse destinate agli enti del Terzo Settore, ai sensi degli articoli 72 e 73 del Codice del Terzo Settore.

La dotazione complessiva ammonta a 141,3 milioni di euro, una cifra significativa ma inferiore ai circa 175 milioni del precedente triennio, con una riduzione di circa 34 milioni. L’atto ha ottenuto l’intesa in Conferenza Stato-Regioni il 30 luglio 2025 ed è stato formalizzato con il Decreto Ministeriale n. 124.


Trasparenza e impatto sociale al centro

La nuova programmazione conferma l’impianto delle precedenti edizioni, ribadendo il ruolo del Terzo Settore come motore di valore pubblico per la collettività.
Rispetto al passato, l’accento è posto sulla misurazione dell’impatto sociale dei progetti, in linea con le Linee guida del 23 luglio 2019. Sarà proprio questo uno dei criteri principali per la valutazione delle iniziative finanziate.

Gli obiettivi restano coerenti con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, richiamando l’importanza di interventi trasparenti, misurabili e orientati al bene comune.


Chi può accedere ai finanziamenti

Potranno presentare progetti:

  • Organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni iscritte al RUNTS;

  • le reti associative previste dall’art. 41 del Codice del Terzo Settore;

  • le fondazioni Onlus iscritte all’anagrafe presso l’Agenzia delle Entrate (art. 10 del D.Lgs. 460/1997).

Le attività dovranno avere una dimensione interregionale (almeno 10 Regioni coinvolte) e rispettare importi minimi: 250.000 euro per i progetti ordinari e 500.000 euro per le fondazioni.
Il contributo ministeriale potrà coprire fino all’80% dei costi (50% nel caso di progetti presentati da fondazioni).


Focus: l’intelligenza artificiale

Una novità rilevante riguarda il settore dell’intelligenza artificiale, indicato come area prioritaria di intervento. Per il 2025 le risorse destinate a progetti su questo tema salgono a 3,5 milioni di euro, contro l’1 milione dell’anno precedente.


La ripartizione delle risorse

La dotazione complessiva del triennio è pari a 141.307.766,49 euro, così suddivisa:

  • Progetti nazionali: oltre 14 milioni nel 2025, con 3,5 milioni dedicati all’IA.

  • Progetti locali: circa 13 milioni nel 2025, che saliranno a oltre 16 milioni nel 2027.

  • Ambulanze, autoveicoli sanitari e beni strumentali: 7,35 milioni annui confermati.

  • Contributi a enti storici (ANMIC, ANMIL, ENS, UICI, UNMS): 2,58 milioni annui.

  • Risorse alle Province autonome di Trento e Bolzano: circa 1,3 milioni nel triennio.

Inoltre, con il DL 95/2025 è stato previsto un incremento straordinario di 10 milioni per il solo 2025 a sostegno delle attività di interesse generale promosse da ODV, APS e fondazioni iscritte al RUNTS.


La distribuzione regionale

Le risorse destinate a progetti di rilevanza locale sono state ripartite tra le Regioni seguendo tre criteri:

  • 30% quota fissa;

  • 20% sulla popolazione residente (dati ISTAT 2025);

  • 50% in base al numero di enti iscritti al RUNTS.

Tra le Regioni più finanziate:

  • Lombardia con oltre 8,4 milioni nel triennio;

  • Lazio con circa 6 milioni;

  • Emilia-Romagna con oltre 5,3 milioni;

  • Campania con circa 4,7 milioni.

Complessivamente, le Regioni riceveranno 68,6 milioni di euro nel periodo 2025–2027, a fronte dei 75 milioni del triennio precedente.


Confronto con il passato

Il raffronto con la precedente programmazione (2022–2024) mette in luce una contrazione:

  • 175 milioni nel triennio precedente;

  • 141 milioni per il triennio 2025–2027.

Si tratta quindi di una riduzione del 20%, compensata in parte dal finanziamento straordinario da 10 milioni previsto per il 2025.


Cosa aspettarsi

Nei prossimi mesi verranno pubblicati:

  • gli avvisi nazionali per i progetti di interesse generale 2025;

  • i bandi regionali per l’assegnazione delle risorse locali.

Il Terzo Settore è quindi chiamato a un passaggio cruciale: meno risorse disponibili, ma più stringenti criteri di trasparenza e misurazione dell’impatto. Un banco di prova importante per dimostrare, ancora una volta, la capacità delle organizzazioni di generare valore pubblico e sociale per le comunità.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE