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Articoli

Ex Onlus: via libera alla trasformazione in ETS, addio definitivo al vecchio regime

Con il via libera della Commissione europea alle disposizioni del Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) finora rimaste in sospeso, arriva la conferma: dal 1° gennaio 2026 il regime delle Onlus sarà definitivamente cancellato.

L’abrogazione è prevista dall’art. 102, comma 2, del Codice e comporta la soppressione del D.Lgs. 460/1997 e dell’art. 150 del TUIR. Si chiude così un’epoca per il mondo del non profit italiano, che avrà come unico riferimento il nuovo quadro normativo degli Enti del Terzo Settore (ETS).


La trasformazione in ETS

Le ex Onlus avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per completare l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), scegliendo la forma di ETS più adeguata alla propria attività.

La novità pone però una questione delicata: cosa accade nei tre mesi di transizione, dal 1° gennaio al 31 marzo 2026, per quelle realtà che non avranno ancora perfezionato l’iscrizione al Registro?


Il nodo del regime transitorio

Il Codice del Terzo Settore, all’art. 104, prevede che le agevolazioni fiscali introdotte dal Titolo X si applichino solo a chi possiede la qualifica di ETS, ottenibile esclusivamente con l’iscrizione al RUNTS.
Da qui il dubbio: gli enti che al 1° gennaio 2026 non risulteranno ancora iscritti rischiano di non poter usufruire né del vecchio regime Onlus né del nuovo regime ETS.

A chiarire la questione interviene l’art. 34 del DM 106/2020: una Onlus che si iscriva al RUNTS anche successivamente al 1° gennaio 2026 acquisirà comunque la qualifica di ETS retroattivamente dall’inizio del periodo d’imposta. In altre parole, l’effetto decorre dal 1° gennaio 2026, garantendo continuità sotto il profilo fiscale e civilistico.

Nonostante questa previsione, si attendono comunque i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per fugare ogni dubbio sulle modalità applicative del regime transitorio.


L’importanza di agire subito

C’è però un aspetto da non sottovalutare: l’iscrizione al RUNTS non è immediata. Una volta presentata la domanda, gli uffici devono infatti verificare la conformità dello statuto e la completezza della documentazione.

Per questo motivo, pur avendo tempo fino al 31 marzo 2026, è fortemente consigliato presentare la domanda entro la fine del 2025, così da consentire ai funzionari di completare l’istruttoria e arrivare all’iscrizione effettiva con largo anticipo.

Se una ex Onlus non sarà iscritta al RUNTS entro il termine ultimo, scatterà l’obbligo di devoluzione del patrimonio incrementato dall’iscrizione all’anagrafe delle Onlus, con conseguenze rilevanti sul piano patrimoniale e gestionale.


Una trasformazione irreversibile

Con l’entrata in vigore integrale della riforma, il 1° aprile 2026 sarà cancellata definitivamente l’anagrafe delle Onlus.
Gli enti che non avranno colto questa opportunità di transizione ordinata rischieranno di perdere non solo benefici fiscali, ma anche continuità operativa.

Il consiglio, dunque, è chiaro: non rimandare. Per le ex Onlus si apre una nuova stagione, quella degli ETS, che garantisce un sistema più organico, trasparente e in linea con le esigenze del Terzo Settore contemporaneo.

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CENTRO STUDI ESSE

Terzo Settore: 141 milioni di euro per il triennio 2025–2027

Più attenzione all’impatto sociale, ma risorse in calo rispetto al passato

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato, il 4 settembre, l’atto di indirizzo per l’anno 2025 e la programmazione triennale 2025–2027 delle risorse destinate agli enti del Terzo Settore, ai sensi degli articoli 72 e 73 del Codice del Terzo Settore.

La dotazione complessiva ammonta a 141,3 milioni di euro, una cifra significativa ma inferiore ai circa 175 milioni del precedente triennio, con una riduzione di circa 34 milioni. L’atto ha ottenuto l’intesa in Conferenza Stato-Regioni il 30 luglio 2025 ed è stato formalizzato con il Decreto Ministeriale n. 124.


Trasparenza e impatto sociale al centro

La nuova programmazione conferma l’impianto delle precedenti edizioni, ribadendo il ruolo del Terzo Settore come motore di valore pubblico per la collettività.
Rispetto al passato, l’accento è posto sulla misurazione dell’impatto sociale dei progetti, in linea con le Linee guida del 23 luglio 2019. Sarà proprio questo uno dei criteri principali per la valutazione delle iniziative finanziate.

Gli obiettivi restano coerenti con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, richiamando l’importanza di interventi trasparenti, misurabili e orientati al bene comune.


Chi può accedere ai finanziamenti

Potranno presentare progetti:

  • Organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni iscritte al RUNTS;

  • le reti associative previste dall’art. 41 del Codice del Terzo Settore;

  • le fondazioni Onlus iscritte all’anagrafe presso l’Agenzia delle Entrate (art. 10 del D.Lgs. 460/1997).

Le attività dovranno avere una dimensione interregionale (almeno 10 Regioni coinvolte) e rispettare importi minimi: 250.000 euro per i progetti ordinari e 500.000 euro per le fondazioni.
Il contributo ministeriale potrà coprire fino all’80% dei costi (50% nel caso di progetti presentati da fondazioni).


Focus: l’intelligenza artificiale

Una novità rilevante riguarda il settore dell’intelligenza artificiale, indicato come area prioritaria di intervento. Per il 2025 le risorse destinate a progetti su questo tema salgono a 3,5 milioni di euro, contro l’1 milione dell’anno precedente.


La ripartizione delle risorse

La dotazione complessiva del triennio è pari a 141.307.766,49 euro, così suddivisa:

  • Progetti nazionali: oltre 14 milioni nel 2025, con 3,5 milioni dedicati all’IA.

  • Progetti locali: circa 13 milioni nel 2025, che saliranno a oltre 16 milioni nel 2027.

  • Ambulanze, autoveicoli sanitari e beni strumentali: 7,35 milioni annui confermati.

  • Contributi a enti storici (ANMIC, ANMIL, ENS, UICI, UNMS): 2,58 milioni annui.

  • Risorse alle Province autonome di Trento e Bolzano: circa 1,3 milioni nel triennio.

Inoltre, con il DL 95/2025 è stato previsto un incremento straordinario di 10 milioni per il solo 2025 a sostegno delle attività di interesse generale promosse da ODV, APS e fondazioni iscritte al RUNTS.


La distribuzione regionale

Le risorse destinate a progetti di rilevanza locale sono state ripartite tra le Regioni seguendo tre criteri:

  • 30% quota fissa;

  • 20% sulla popolazione residente (dati ISTAT 2025);

  • 50% in base al numero di enti iscritti al RUNTS.

Tra le Regioni più finanziate:

  • Lombardia con oltre 8,4 milioni nel triennio;

  • Lazio con circa 6 milioni;

  • Emilia-Romagna con oltre 5,3 milioni;

  • Campania con circa 4,7 milioni.

Complessivamente, le Regioni riceveranno 68,6 milioni di euro nel periodo 2025–2027, a fronte dei 75 milioni del triennio precedente.


Confronto con il passato

Il raffronto con la precedente programmazione (2022–2024) mette in luce una contrazione:

  • 175 milioni nel triennio precedente;

  • 141 milioni per il triennio 2025–2027.

Si tratta quindi di una riduzione del 20%, compensata in parte dal finanziamento straordinario da 10 milioni previsto per il 2025.


Cosa aspettarsi

Nei prossimi mesi verranno pubblicati:

  • gli avvisi nazionali per i progetti di interesse generale 2025;

  • i bandi regionali per l’assegnazione delle risorse locali.

Il Terzo Settore è quindi chiamato a un passaggio cruciale: meno risorse disponibili, ma più stringenti criteri di trasparenza e misurazione dell’impatto. Un banco di prova importante per dimostrare, ancora una volta, la capacità delle organizzazioni di generare valore pubblico e sociale per le comunità.

A cura del

CENTRO STUDI ESSE

E.S.S.E. apre le candidature: al via la selezione dei Responsabili Regionali di Settore

L’Ente Sportivo Sociale Europeo (E.S.S.E.) lancia una nuova sfida per rafforzare la propria presenza in tutta Italia e consolidare il ruolo di riferimento per associazioni, circoli ed enti del Terzo Settore. Sono ufficialmente aperte le candidature per diventare Responsabile Regionale di Settore, una figura chiave che avrà il compito di rappresentare l’Ente a livello territoriale e di coordinare le attività associative in diversi ambiti di intervento.


Un’opportunità per chi crede nel Terzo Settore

In un contesto sociale in continua trasformazione, il Terzo Settore assume un ruolo sempre più centrale nella costruzione di reti solidali, nella promozione della cittadinanza attiva e nello sviluppo di servizi innovativi a beneficio delle comunità locali. Con questa iniziativa, E.S.S.E. intende valorizzare le competenze e l’impegno di persone motivate, capaci di mettersi al servizio delle associazioni del territorio e di contribuire alla crescita di un sistema inclusivo, partecipato e sostenibile.

“Il nostro obiettivo – spiegano da E.S.S.E. – è creare una squadra di figure competenti e appassionate che possano fare da ponte tra la dimensione locale e quella nazionale, facilitando il dialogo con le istituzioni e rafforzando le sinergie tra le realtà associative.”


I settori di intervento

I nuovi Responsabili Regionali saranno selezionati nei seguenti ambiti strategici:

  • Promozione Sociale

  • Volontariato

  • Ambiente

  • Turismo Sociale

Si tratta di settori in cui E.S.S.E. è già attiva con progetti di rilievo, e nei quali intende potenziare il coordinamento e la capacità di incidere sul territorio.


Il profilo ricercato

Il bando è rivolto a persone con esperienza nel mondo associativo o gestionale, pronte a mettere in campo competenze organizzative e capacità relazionali.
I requisiti minimi per candidarsi includono:

  • maggiore età e piena capacità civile;

  • almeno due anni di esperienza in ambito associativo/gestionale;

  • condivisione della mission e dei valori di E.S.S.E.;

  • competenze organizzative e attitudine al lavoro di squadra;

  • assenza di condanne per reati incompatibili;

  • disponibilità a partecipare a incontri, riunioni e momenti formativi.

Il Responsabile Regionale di Settore avrà il compito di sviluppare progetti, coordinare le attività locali e rappresentare E.S.S.E. nel dialogo con associazioni, enti e istituzioni.


Cosa offre E.S.S.E.

Entrare nella squadra significa accedere a una rete strutturata e dinamica che garantisce:

  • inserimento nella struttura organizzativa nazionale;

  • percorsi di formazione e supporto operativo;

  • incentivi e bonus legati ai risultati;

  • l’opportunità di rappresentare ufficialmente un settore della rete nella propria Regione.

Un’occasione, dunque, per dare un contributo concreto al rafforzamento del Terzo Settore e, al tempo stesso, crescere professionalmente all’interno di un contesto riconosciuto e in continua espansione.


Come candidarsi

Le candidature devono essere inviate all’indirizzo curriculum@esserete.it, allegando il Curriculum Vitae e una breve presentazione personale.

“È un’opportunità – sottolineano da E.S.S.E. – per chi vuole diventare protagonista attivo nel proprio territorio, rappresentando i valori dello sport sociale, del volontariato e della promozione culturale. Le Regioni hanno bisogno di figure capaci di guidare il cambiamento con competenza, passione e visione.”


Una rete che fa la differenza

Con questa iniziativa, E.S.S.E. conferma la propria missione: essere un soggetto in grado di unire realtà diverse del Terzo Settore, dare voce alle associazioni e rafforzare il dialogo con le istituzioni.
Un percorso di crescita che passa dalla formazione di nuove figure di riferimento, capaci di incarnare i valori della solidarietà, della partecipazione e della responsabilità sociale.

📣 La tua Regione ti aspetta: entra anche tu nella squadra di E.S.S.E.!

Biennale Cinema 2025: a Venezia la presentazione del “Made in Italy Experience Tour 2025–2027”

Il 2 settembre 2025, in occasione della Biennale Cinema – 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, verrà ufficialmente presentato il progetto “Made in Italy Experience Tour 2025–2027”, una rassegna internazionale che porterà l’eccellenza italiana negli Istituti Italiani di Cultura e presso i Consolati Italiani in Europa.

La presentazione si svolgerà nella suggestiva cornice del terrazzo dell’Hotel Excelsior di Venezia, luogo simbolo della kermesse, alla presenza di rappresentanti istituzionali e autorità di governo, testimoniando l’alto valore culturale e istituzionale dell’iniziativa.

Durante l’evento sarà annunciata la prima tappa ufficiale del tour, in programma dal 19 al 22 settembre 2025 presso il Consolato Italiano a Bruxelles, capitale europea e crocevia delle istituzioni comunitarie.

Il progetto, promosso sotto l’egida del Centro Studi ESSE, ha come obiettivo quello di valorizzare il Made in Italy in tutte le sue declinazioni – arte, moda, enogastronomia, design e cultura – e di rafforzare la presenza culturale italiana in Europa, costruendo ponti di dialogo e cooperazione tra Paesi, istituzioni e comunità.

L’iniziativa gode del patrocinio del Comitato Europeo delle Regioni e nasce dalla visione del Vicepresidente Vicario di ESSE, Giuseppe Palma, promotore del progetto insieme a Virgin Barret International, partner strategico nella realizzazione di eventi di respiro internazionale.

Il “Made in Italy Experience Tour 2025–2027” rappresenta dunque non solo un percorso itinerante di promozione culturale, ma anche una vera e propria piattaforma di internazionalizzazione del brand Italia, destinata a raccontare al mondo la creatività, l’innovazione e la tradizione del nostro Paese.

Con la Biennale Cinema come punto di partenza e Bruxelles come prima tappa, il progetto si candida a diventare una delle iniziative più significative per l’immagine e la proiezione del Made in Italy in Europa.

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

Novità fiscali per il Terzo Settore

Il 22 luglio 2025 segna una data importante per il Terzo Settore italiano.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del decreto legislativo che introduce significative novità fiscali e tributarie per Enti del Terzo Settore (ETS) ed enti sportivi dilettantistici.

🔎 Cosa prevede il decreto? Ecco i principali punti:


1. Plusvalenze non tassate in caso di passaggio da attività commerciale a non commerciale

Viene introdotto l’art. 79-bis nel Codice del Terzo Settore. Gli ETS che trasformano beni d’impresa per usi istituzionali, con il passaggio dal commerciale al non commerciale, non pagano tasse sulle plusvalenze, purché tali beni restino destinati all’attività statutaria a fini civici e solidali.


📈 2. Aumento della soglia del regime IVA agevolato

In attesa dell’entrata in vigore del regime fiscale dal 1 Gennaio 2026, il regime forfettario IVA per organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale viene esteso fino a 85.000 euro (in precedenza 65.000). Un’importante agevolazione per la sostenibilità delle attività associative.


🧾 3. Razionalizzazione IVA e contabilità

Viene migliorato il coordinamento tra normativa IVA e natura non commerciale degli enti. Per gli enti che svolgono attività economica in via non esclusiva, la detrazione IVA sarà ammessa solo in proporzione all’utilizzo per l’attività commerciale, con obbligo di contabilità separata.


🏃‍♂️ 4. Estensione della legge 398/1991 alle Società Sportive Dilettantistiche

La soglia agevolata, prevista dalla Legge 398/91 per le associazioni e società sportive dilettantistiche, sale a 400.000 euro, ampliando il campo d’azione di chi usufruisce di regimi fiscali semplificati.


📌 Perché è importante?

Questo intervento normativo mira a semplificare, armonizzare e sostenere il funzionamento del Terzo Settore e delle attività sportive, adeguando il sistema italiano ai principi dell’Unione Europea in materia di IVA, trasparenza e detrazioni fiscali.

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CENTRO STUDI ESSE

Nuova fiscalità per il Terzo Settore: si parte il 1° gennaio 2026

Con l’approvazione del Decreto Legge 17 giugno 2025, n. 84 (“Disposizioni urgenti in materia fiscale”), è ufficiale: il nuovo regime fiscale previsto dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) entrerà in vigore dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2025, quindi a partire dal 1° gennaio 2026.

🟢 Il via libera dell’Europa

A sbloccare definitivamente la situazione è stata la cosiddetta “comfort letter” della Commissione Europea, che ha riconosciuto la compatibilità del sistema fiscale ETS con le regole europee sugli aiuti di Stato.

Questo ha consentito al Governo italiano di eliminare dal Codice del Terzo Settore il riferimento all’autorizzazione UE, chiarendo così la data di partenza.

⚠️ Eccezione: i titoli di solidarietà

Resta ancora in sospeso l’art. 77 del CTS, relativo ai “titoli di solidarietà”, per i quali serve ancora l’autorizzazione formale da parte della Commissione europea. Il decreto ha lasciato questa previsione in sospeso (art. 8, comma 1, lett. a).

🧩 Imprese sociali: cosa cambia?

Il decreto interviene anche sul D.Lgs. 112/2017, che disciplina le imprese sociali.

Restano da autorizzare a livello europeo:

  • Le misure per facilitare l’accesso al capitale di rischio (art. 18, commi 3, 4 e 5);

  • Il Fondo per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali (art. 16).

Anche per le imprese sociali, al netto di queste eccezioni, il nuovo impianto fiscale diventa pienamente operativo dal 2026 (art. 14 del Decreto Fiscale).

Obbligo di pubblicazione dei contributi pubblici al non profit entro il 30 giugno 2025

Anche per il 2025, gli enti non profit che nell’anno precedente hanno ricevuto risorse pubbliche pari o superiori a 10.000 euro devono rispettare l’obbligo di pubblicazione di tali contributi entro il 30 giugno. L’adempimento è regolato dalla Legge 124/2017, come modificata dal Decreto Crescita (DL 34/2019), e riguarda la trasparenza dei rapporti tra il pubblico e il privato sociale.

Chi è soggetto all’obbligo?

L’obbligo interessa principalmente:

  • Associazioni, fondazioni e Onlus
  • Cooperative sociali (soprattutto quelle che operano a favore di cittadini stranieri)
  • Imprese sociali
  • Società con bilanci pubblicamente finanziati
  • Associazioni di protezione ambientale e dei consumatori

Anche gli enti del Terzo Settore (ETS), pur soggetti già a obblighi di trasparenza, rientrano nel perimetro della norma fino all’entrata in vigore del nuovo regime fiscale, prevista per il 1° gennaio 2026.

Quando scatta l’obbligo?

La pubblicazione è obbligatoria quando l’ente ha ricevuto contributi pubblici pari o superiori a 10.000 euro nel corso dell’esercizio 2024. Si devono considerare solo i contributi effettivamente incassati e non quelli solo deliberati o promessi.

Cosa rientra nel conteggio?

Si devono includere:

  • Sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti pubblici in denaro o in natura
  • Contributi non aventi carattere generale, né corrispettivo, retributivo o risarcitorio

Non rientrano nel conteggio:

  • Il 5 per mille (in quanto considerato contributo di carattere generale)
  • Corrispettivi per prestazioni commerciali o risarcimenti

Come vanno pubblicati i dati?

I dati devono essere chiari e comprensibili e includere:

  • Denominazione e codice fiscale del beneficiario
  • Ente pubblico erogante
  • Somma ricevuta
  • Data di incasso
  • Causale (es. liberalità, progetto specifico)

Le cooperative sociali che operano con stranieri devono anche pubblicare trimestralmente i soggetti a cui erogano risorse per servizi di integrazione e assistenza.

Dove pubblicare?

  • Sul sito internet dell’ente
  • In alternativa, su una pagina Facebook ufficiale
  • In mancanza, sul sito della rete associativa di appartenenza

Le società e le imprese sociali in forma societaria devono invece includere le informazioni nella nota integrativa del bilancio.

Sanzioni in caso di mancata pubblicazione

Il mancato adempimento comporta:

  • Sanzione pecuniaria pari all’1% delle somme ricevute (minimo 2.000 euro)
  • Obbligo di pubblicazione tardiva
  • In caso di inadempienza dopo 90 giorni, obbligo di restituzione integrale delle somme

Raccomandazioni finali

È buona prassi mantenere accessibili anche i rendiconti degli anni precedenti, creando una sezione dedicata sul proprio sito o portale.

L’adempimento è fondamentale per la trasparenza e la credibilità degli enti non profit nelle relazioni con la Pubblica Amministrazione e con la cittadinanza.

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

Sport Bonus 2025: al via la prima finestra per il credito d’imposta alle imprese

Apertura: 30 maggio 2025 – Ore 16.00
Scadenza: 30 giugno 2025

Anche per il 2025 torna lo Sport Bonus, la misura di incentivazione fiscale che premia le imprese che decidono di sostenere lo sport pubblico attraverso erogazioni liberali in denaro.

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207, art. 1, comma 246), è stata confermata la possibilità di accedere al credito d’imposta del 65% per gli interventi di manutenzione, restauro o nuova realizzazione di impianti sportivi pubblici.


Chi può accedere e per quali interventi

Possono presentare domanda esclusivamente le imprese, le quali possono ottenere:

  • un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato;

  • usufruibile in tre quote annuali di pari importo;

  • nel limite massimo del 10 per mille dei ricavi registrati nel 2024.

Il contributo può essere destinato a soggetti pubblici titolari o gestori di impianti sportivi per:

  • Interventi di manutenzione straordinaria e restauro;

  • Costruzione di nuovi impianti sportivi pubblici.


Tempistiche e modalità

Il procedimento è disciplinato dal D.P.C.M. 30 aprile 2019, e si articola in due finestre temporali:

  • 1ª finestra: dal 30 maggio al 30 giugno 2025

  • 2ª finestra: dal 15 ottobre al 14 novembre 2025

Durante ciascuna finestra, le imprese avranno 30 giorni di tempo per presentare online la domanda di ammissione al procedimento.

Una volta ricevuta l’autorizzazione, sarà possibile effettuare l’erogazione liberale. Il Dipartimento per lo sport, in seguito alla certificazione dell’avvenuto versamento da parte del soggetto beneficiario, autorizzerà formalmente l’impresa a usufruire del credito, notificandolo anche all’Agenzia delle Entrate.


Plafond e limiti

Il tetto massimo complessivo di credito d’imposta concedibile a livello nazionale è pari a 10 milioni di euro per il 2025.


Perché partecipare

Lo Sport Bonus rappresenta un’opportunità concreta di responsabilità sociale per le imprese, con un ritorno fiscale vantaggioso e un impatto tangibile sul benessere collettivo. Investire nello sport pubblico significa contribuire alla crescita sostenibile e alla coesione sociale dei territori.

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

Disabilità: al via le domande per il Fondo da 20 milioni destinato agli Enti del Terzo Settore

Dal 5 maggio al 3 luglio 2025, gli enti del Terzo Settore potranno presentare progetti per promuovere inclusione, accessibilità e sostegno alle persone con disabilità, accedendo così al nuovo Fondo da 20 milioni di euro stanziato dallo Stato.

Si tratta di un’iniziativa prevista dall’art. 1, comma 213, lettera h) della Legge 30 dicembre 2023, n. 213, che riconosce il valore dei progetti con impatto nazionale o territoriale in favore delle persone con disabilità.

🏛️ Un Fondo per l’Inclusione

Il finanziamento è parte del Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità, istituito ai sensi dell’art. 1, comma 210 della stessa legge. La misura è stata formalmente attuata tramite il decreto del Ministro per le Disabilità, emanato di concerto con il Ministero dell’Economia e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in data 8 gennaio 2025.

🎯 Chi può partecipare e per cosa

Gli enti interessati dovranno presentare progetti sperimentali che rientrino in una o più attività di interesse generale, come previsto dall’art. 5 del Codice del Terzo Settore (D.lgs. 117/2017).

Le iniziative dovranno avere un impatto concreto in termini di inclusione sociale e miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità.

📅 Tempistiche e modalità di invio

  • Apertura candidature: 5 maggio 2025 (incluso)

  • Scadenza: 3 luglio 2025

  • Modalità di invio: esclusivamente tramite PEC all’indirizzo:
    📧 AvvisoETSdisabilita@pec.governo.it

I progetti dovranno essere inviati utilizzando la modulistica allegata all’avviso pubblico, pena l’irricevibilità della domanda.


🔎 Per gli enti del Terzo Settore si tratta di un’opportunità concreta per fare la differenza, proponendo soluzioni innovative e inclusive a livello locale o nazionale.

➡️ Preparati ora:  Definisci il tuo progetto, contattaci e partecipa!

Comitati e Terzo Settore: via libera all’iscrizione nel RUNTS, anche con personalità giuridica

Con la circolare n. 5 del 26 marzo 2025, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha chiarito ufficialmente che anche i comitati, con o senza personalità giuridica, possono acquisire la qualifica di enti del Terzo settore (ETS), iscrivendosi al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS).

Si tratta di un importante riconoscimento che apre nuove opportunità organizzative e fiscali per molte realtà attive a livello civico e sociale.


Comitati privi di personalità giuridica: l’iscrizione è possibile

Il Ministero ha ribadito che i comitati disciplinati dagli articoli 39-42 del Codice Civile – in quanto soggetti giuridici autonomi – possono pienamente rientrare nella definizione di ETS prevista dall’art. 4 del Codice del Terzo Settore, ossia tra gli “altri enti di carattere privato diversi dalle società, senza fine di lucro”.

Questa inclusione consente anche ai comitati non riconosciuti di iscriversi al RUNTS, nella sezione g), dedicata appunto agli “altri enti del Terzo settore”.

📌 Nota importante: Le altre sezioni del RUNTS (Odv, Aps, enti filantropici, Soms) sono riservate a forme giuridiche specifiche (associazioni, fondazioni, cooperative), quindi non compatibili con la natura di comitato.


🏛 Anche i comitati con personalità giuridica possono entrare nel RUNTS

Il vero nodo interpretativo affrontato dalla circolare riguarda i comitati già dotati di personalità giuridica: l’art. 22 del Codice del Terzo Settore, che disciplina il procedimento per ottenere la personalità giuridica da ETS, fa riferimento esplicito solo a associazioni e fondazioni.

Tuttavia, il Ministero chiarisce che:

  • La personalità giuridica può essere riconosciuta anche ai comitati (come previsto dall’art. 41 del Codice Civile).

  • Escluderli dal RUNTS significherebbe violare i principi di eguaglianza formale e libertà associativa (come sancito anche dalla Corte Costituzionale, sentenza n. 185/2018).

Pertanto:

  • I comitati già riconosciuti possono iscriversi al RUNTS.

  • I comitati non riconosciuti possono ottenere la personalità giuridica attraverso l’iscrizione al RUNTS, con la procedura prevista all’art. 22 del Codice del Terzo Settore.


💶 Patrimonio minimo richiesto: 30.000 euro

La circolare suggerisce di applicare ai comitati che chiedono la personalità giuridica lo stesso requisito patrimoniale previsto per le fondazioni ETS: 30.000 euro.
Questo per la natura stessa del comitato, che si fonda su una gestione autonoma di fondi destinati al raggiungimento di uno scopo specifico.


🔁 Cosa succede ai fondi in caso di scioglimento o obiettivi irraggiungibili

Il Ministero interviene anche su un tema delicato: la devoluzione dei fondi dei comitati.
L’art. 42 del Codice Civile prevede che, in caso di impossibilità a realizzare lo scopo o in presenza di fondi residui, la destinazione di tali somme venga stabilita da un’autorità pubblica.

La circolare stabilisce che:

  • Se non diversamente previsto nello statuto del comitato, il compito di definire la destinazione dei fondi spetta al competente ufficio territoriale del RUNTS.


🧭 In sintesi: cosa può fare oggi un comitato

✔️ Iscriversi al RUNTS come “Altro ente del Terzo settore” (sezione g)
✔️ Richiedere (o mantenere) la personalità giuridica secondo l’art. 22 del Codice del Terzo Settore
✔️ Accedere al regime giuridico e fiscale previsto per gli ETS
✔️ Gestire i fondi secondo le regole di trasparenza e responsabilità del Terzo settore


📝 Conclusione

Con questa circolare, il Ministero apre le porte del Terzo settore anche ai comitati, fornendo loro strumenti di riconoscimento, trasparenza e continuità giuridica. Una scelta che valorizza anche le forme organizzative più leggere, ma non per questo meno capaci di produrre impatto sociale.

Se sei parte di un comitato e vuoi sapere come accedere al RUNTS, contattaci: possiamo accompagnarti passo dopo passo nel percorso di trasformazione in ETS.